quando mi ha fissato il colloquio non
gli ho mica specificato che soffro di claustrofobia. pensavo, arrivo, salgo le
scale, suono, la segretaria mi introduce nel suo ufficio. non pensavo, lo incrocio
fuori dal palazzo, ci presentiamo, entriamo insieme, chiama l’ascensore, mi tocca entrarci, è pure l’ascensore più lento del
pianeta.
sono chiuse. sono chiusa. e pretende anche di parlarmi.
metà del mio cervello sta esclamando, ehi, è lui, è il
genio, stai a mezzo metro dal genio, stai parlando col genio, se allunghi un
dito puoi toccarlo (tieni le mani a posto).
l’altra metà del mio cervello sta mugolando,
sono chiusa in un ascensore.
un neurone frenetico e disperato sta cercando di rispondere alle sue
domande.
la proiezione di me stessa, quella che è stabilmente
posizionata da qualche parte in alto a destra rispetto a me e mi osserva e mi
giudica, è appoggiata alla parete dell’ascensore, rilassata,
a braccia conserte, e sta commentando, gli hai appena risposto citando una
frase di una canzone degli afterhours, vedi un po’ te.
è iniziata così. anche se no: è iniziato tutto nove
anni fa.
8 commenti:
anch'io una volta sono stato a mezzo metro dal genio, a via mozambano, castro pretorio.
comunque non ho capito cosa è successo.
ah, per gli ascensori chiedi a bandini, che è bravo
(eddie)
(ciao tessssoro).
quello è un genio solo civile; il mio, molto di più: è addirittura gentile.
bandini non ha paura degli ascensori. in compenso credo che chiunque ormai abbia paura a salire in ascensore con bandini.
eh, ma poi che è successo?
l'hai toccato? si è bloccato l'ascensore? non gli piacevano gli afterhours? oppure gli piacevano, ma solo nove anni fa?
non so, sono confuso
(occhei, è tutto normale)
e.
suspance!
Mi piace un sacco come incìpita questa storia.
è che c'è un ascensore, bandini.
comunque oggi sono stata costretta a restare in un ascensore per ben dieci piani. però era velocissimo.
Cioè, esistono piani oltre il quarto? La realtà supera veramente l'immaginazione
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