domenica 28 febbraio 2010

quaresima

l’asfalto resta bagnato e trattiene ancora vecchi coriandoli. la strada è deserta e si sente solo il rumore di noi che camminiamo, io e un cane randagio rimasto indietro, indeciso se annusare un cassonetto o la ruota di una macchina, attratto dall’odore del possibile cibo e da quello di possibili simili. sono due tipi diversi di fame, ma si muore di entrambi.

sabato 20 febbraio 2010

everyway, everywhere, everylake

ernesto assante è un dannato genio.

update, domenica mattina dopo il caffè.
premio della critica: la banda dei carabinieri che suona star wars.
terzo classificato: la gialappa's. convitato di pietra nella mia radio rimasta spenta.
secondo classificato: l'orchestra. che il lancio dello spartito è stato uno spettacolo.
and the winner is: il genio di cui sopra, il suo compare e il blog.

lunedì 15 febbraio 2010

niente di nuovo. a parte la neve e una divinità egizia in corridoio.

venerdì ero quasi pronta per uscire quando ho visto, nel fuori che si intravede tra gli spiragli delle serrande, un curioso effetto bianco e nero, tipo quando il televisore non prendeva un canale, che se non sbaglio lo chiamavano effetto neve. allora ho tirato su la serranda e ho scoperto che, sì, era decisamente un effetto neve. a roma non nevica quasi mai, la neve qui viene concessa all’incirca una volta a generazione. allora ho acchiappato gatto e l’ho piazzato davanti alla finestra, e gli ho detto, guarda, quella è la neve. lui si è incuriosito ma nemmeno più di tanto. credo preferisca la grandine, forse perché è più movimentata. un po’ come la lavatrice, lui guarda la lavatrice come gli umani guardano la tv, e ha i suoi programmi preferiti. il programma lana lo trova noiosissimo, fosse per lui farebbe trasmettere solo cotone resistente molto sporco con prelavaggio. poi sono uscita e mi sono ricordata la sensazione buffa del camminare sulla neve, e sono stata presa a palle di neve da un albero e da un palo.
sabato mi sono ammalata di quel tipo di malattia che non puoi nemmeno bere un sorso d’acqua che la rivomiti e quindi tendenzialmente finisci col disidratarti.
domenica ho fatto amicizia con le allucinazioni da disidratazione, che ancora mi mancavano. mi sono girata e ho visto il dio anubi in corridoio. comunque, devo dire, persona gentile, discreta, non disturba, non abbaia nemmeno.
oggi ho scoperto che forse non era un’allucinazione da disidratazione, visto che io nel frattempo ho fatto grandi progressi, ho bevuto un’intera tazza di camomilla, ho mangiato un’intera mela, e lui è ancora qui che chiacchiera con l’elefantino viola. allora ho deciso che tra un paio di giorni, quando starò meglio, lo porterò al lavoro e lo presenterò al direttore. voglio proprio vedere se stavolta non mi dà l’aumento.

martedì 9 febbraio 2010

disaccordi

quello che manca nei dischi. anche nei ciddì, certo, e gli mp3 e tutto, ma soprattutto i dischi, perché per come sono cresciuta io, quella musica, con quelle orchestre, è a forma di 33 giri e puntina migliore del giradischi, quella che io ero troppo piccola e non potevo usare (che poi adesso a ripensarci mi viene su un sentimento di gratitudine verso i miei genitori, che sono stati disastrosi sotto parecchi punti di vista, ma mi hanno fatta vivere in una casa con migliaia di libri che potevo leggere tutti, non c’erano reparti proibiti, non c’era nessun questo no sei troppo piccola; ma i distinguo li hanno messi sull’uso delle puntine del giradischi. l’età faceva la differenza non sul contatto con l’arte, ma sul mezzo usato per. ecco, magari anche inconsapevolmente, ma in questo sono stati geniali).
comunque, quello che nei concerti c’è e nei dischi, e non capisco come sia possibile, manca, è (e lo so che poi ci sono tutte le altre cose, e l’emozione della presenza, e il vederli suonare e tutto quanto, non dico mica che quello non conti, ma) il momento iniziale, quello in cui accordano. tutti. contemporaneamente. per fatti loro. facendo un casino pazzesco.
io quel momento lì lo amo come amo il silenzio, di un amore totale. e dura sempre troppo poco. e secondo me dovrebbero replicarlo anche a fine concerto. che quando si applaude, si chiede il bis, io vorrei chiedere il bis di quando accordano.
e secondo me un direttore d’orchestra che ne capisce, non si offenderebbe affatto.