sabato 22 marzo 2014

o forse sei solo più involtolata

la pecora-drago sospira, ancora tu. chiedo, sembro più giovane? no. beh, nemmeno tu sei più simpatica.
le spiego che mi sono un po' incartata. involtolata, direi. involtolarsi è un modo di incasinarsi quando suoni il pianoforte. ok, non è esattamente un termine tecnico. è che c'è questo strumento molto molto largo (a seconda del tipo, può essere molto molto corto o molto molto lungo, ma è sempre, comunque, molto molto largo). ha un sacco di tasti. non si direbbe, ma sono ben 88. a passeggiarseli tutti, su e giù, possono succedere varie cose. si può sbagliare tasto. si può perdere ritmo. o ci si può involtolare. non sei esattamente né fuori musica né fuori tempo. sei involtolato. perché i tasti sono troppi e ti vanno larghi. più o meno. è una sensazione che ti prende al polso destro, in fondo a destra. una volta che sei involtolato, svoltolarsi è un casino. apparentemente, potrebbe anche sembrare tutto normale. puoi continuare a suonare, in qualche modo. potrebbe non accorgersene nessuno. ma tu lo sai, che sei involtolato. e lo sa il tuo polso destro. e, soprattutto, lo sa il piano.
dice la pecora-drago che sono involtolata sì. dice che devo confrontarmi con qualcuno. che devo far apparire qualcuno in soggiorno. a me quest'idea di far apparire qualcuno in soggiorno non sembra proprio geniale. voglio dire, ci sono già her ladyship, il grande spirito del bradipo, paglia, anubi, l'elefantino viola, l'unicorno rosa invisibile, l'albero di natale nano, il bastone della pioggia, la poltrona verde, etcetera etcetera. io non la sento mica, tutta questa mancanza di qualcun altro nel mio soggiorno.
dice la pecora-drago, che c'entra. quelli sono reali. dice, devi far apparire qualcuno di inventato da te, in soggiorno. dice, ti ricordi quando andavi in giro con i fidanzati invisibili, hans, max, o come diamine si chiamavano? ecco, una roba così. tu domani ti svegli e dentro casa hai qualcuno che ti sei inventata tu, una volta tanto, e che non è apparso da solo. e ti ci confronti, tutto il tempo.
sarà. torno a casa e sul bracciolo del divano c'è paglia, lo spirito guida di uno che non se lo fila, e quindi per il momento vive da me. gli racconto, la pecora-drago, l'involtolamento, il tizio inventato. paglia annuisce. non gli sembra per niente male, come idea. mi chiede, come pensi di chiamarlo? gli dico, coldi. lo si chiama coldi. e lo si fa apparire domattina. chiedo a paglia se secondo lui domattina devo preparare la colazione anche per coldi. mi risponde, non dire sciocchezze. non è mica reale, lui. giusto. non è mica reale, lui.