lunedì 31 ottobre 2011

gargoyles

visto che in questa casa, tra alberi di natale nani sarcastici, bastoni della pioggia riflessivi, gerani in crisi esistenziale, fragoline imperialiste e divinità egizie che passeggiano in corridoio, mancava solo qualche gargoyle, gatto ha deciso di colmare la lacuna. il suo nuovo hobby è posizionarsi sul bracciolo del divano, impietrito, e dominare il panorama sotto di sé (per “sotto di sé”, si intende la sessantina di centimetri che separano il bracciolo dal pavimento). poi, come vuole tradizione, di notte si risveglia e impazza ovunque, ma questo lo faceva anche prima.
per bandini che si è appassionato alla vita sul balcone: gerundio presente ha subito la seconda potatura radicale causa parassiti ma resiste; la bella di notte è sempre più vivace e sicura di sé (saranno i tempi); ho del tutto involontariamente ucciso due piante di fragoline, una l’ho regalata, me ne restano altre due, che al momento fanno le vaghe: credo che i piani di conquista dell’universo siano rimandati a primavera. ah, parallel universe, il peperoncino, è morto, ma era nell’ordine delle cose, è una pianta stagionale. il funerale non verrà trasmesso in streaming, per evitare ondate di emotività fuori controllo da parte di erbe aromatiche varie che non l’avevano mai conosciuto e nemmeno sapevano chi fosse.
io, sono tre giorni che devo lavare i piatti nel lavandino del bagno, e l’idraulico non verrà fino a mercoledì. stamattina ho seriamente preso in considerazione l’idea di risolvere il problema della pulitura degli ortaggi facendo la doccia insieme alla lattuga.
stavo ripensando a un brano di j.k.jerome, in cui descrive la perfetta scena di un suo amico che interviene in una situazione un po’ caotica ma tutto sommato sotto controllo, per “fargli vedere lui come si fa”.
fino a sabato io avevo una delle due vasche del lavandino che scaricava male l’acqua, e l’altra che funzionava perfettamente. poi è arrivata una vicina di casa con uno sturalavandini e la frase “ti faccio vedere io come si fa”. da allora, aspetto l’idraulico e lavo le pentole in bagno.
prima considerazione: mai intervenire su un lavandino di sabato, e tanto più in un sabato di ponte: a meno che non siate voi stessi idraulici, siete fregati per minimo cinque giorni.
seconda considerazione: in ogni quartiere c’è almeno un dobermann. pensavo li tenessero per i ladri. errore. li tengono per i vicini di casa che sanno loro come si fa.
terza considerazione: la gente che sa lei come si fa, lo sa sempre sui tubi altrui, mai sui propri. e se ha qualche problema, chiama subito l’idraulico.

giovedì 20 ottobre 2011

si spegne la candela

del genio dell’ascensore che ti dice ti chiamo fra stasera e domattina e 24 ore dopo stai ancora lì ad aspettare e a chiederti se niente niente è affogato.
di quelli che, sorpresona, a roma in autunno piove, stato di calamità, che chi avrebbe potuto mai immaginare.
di chi ha fatto le fogne e di chi le dovrebbe gestire che alle sei di mattina sei svegliata dal rumore dello scarico del lavandino in cucina che siccome diluvia sta eruttando aria acqua e rifiuti assortiti.
della tua amica bloccata sul raccordo da tre ore che inizi a pensare di portarle una coperta e un panino; l’acqua magari no.
di quello con cui vorresti tanto lavorare ma che con tutte le proposte che potevi fargli sei andata a colpo sicuro su un argomento su cui ha appena rimediato una buca.
dei protagonisti della suddetta buca che fino a stamattina ti stavano tanto simpatici e ora ti auguri che ogni loro scarico in cucina in bagno e in ogni dove funzioni molto peggio del tuo.
dei pomeriggi di down che l’unica è tirare il fiato farsi un tè caldo guardarsi un film e menomale che hai una buona scorta di sigarette.
dei blog usati per lamentarsi, così non ti lamenti fuori.