martedì 12 ottobre 2010

borghitudini

stamattina sono stata svegliata dal citofono: erano due borg inviate dal parroco borg, che mi annunciavano la costituzione di un gruppo di lettura del libro della legge dei borg, a cui si poteva partecipare gratuitamente. ho chiesto, perché, c’è anche gente che paga per una roba del genere? mi sono risposta da sola. sono uscita e sono passata davanti alla chiesa borg; come al solito c’era un funerale. non riesco a capire, è da un po’ che ogni volta che passo davanti alla chiesa borg incrocio un funerale. o c’è una strana epidemia al quartiere-paese di cui nessuno ci ha avvertiti, o il parroco-borg è così abile a celebrare funerali da attirare clienti da ogni parte della città, oppure è lo stesso funerale che viene ripetuto ogni mattina perché il morto è un perfezionista e lo fa ripetere finché non viene benissimo.
poi sono arrivata a lavoro. con il capo stiamo ridiscutendo il mio contratto. lui mi ha passato quella che dovrebbe essere la proposta definitiva, insieme a una comoda penna-siringa per firmare col sangue. il punto 1 recitava, “resistance is futile. you will be assimilated”. sono rimasta perplessa, non mi ricordavo che il contratto della categoria fosse stato modificato così. ho pensato di chiedere al sindacato, ma sono così assimilati che a volte fanno un po’ impressione anche agli altri borg. sono uscita a fumare una sigaretta, riflettendo sulla discrepanza tra l’interesse per me come individuo e quello per me come possibile elemento della collettività, e mi sono chiesta se ci fosse qualcuno che coerentemente se ne fregasse di me sia come individuo sia come collettività. allora ho telefonato all’avvocato divorzista dei miei e abbiamo preso un caffè insieme. aveva degli strani tubicini lungo le articolazioni.