venerdì 2 gennaio 2015

the best i've ever had

ho sostituito la foto dello sfondo della scrivania del mac. prima c'era uno sfondo bellissimo, il decimo dottore, il tardis, una galassia. però sabato mi è stata regalata la foto di un fiore, scattata in giappone, in pieno inverno. il primo fiore a sbocciare.
è uno strano periodo in cui si parla di morte e di sogni e i punti fissi nella linea temporale sembrano ben poco fissi. faccio molta fatica a fare tutto, e quindi faccio solo quello che mi va o che è necessario. che è un buon modo per scoprire quante cose normalmente si fanno controvoglia, anche se non sono necessarie. non è solo fatica fisica. anzi. quella è la parte più facile. mi pesano gesti, decisioni, parole. quindi parlo il meno possibile, decido il minimo, mi muovo solo se davvero voglio.
devo aspettare e non mi pesa. ci sono conseguenze al mio non parlare e non mi pesano. siccome non sono in grado di portare pesi, non li porto. siccome non posso caricare, non carico. siccome non sono in grado di spiegare, non spiego.
quando accendo il mac, sono ancora abituata ad aspettarmi uno sfondo scurissimo; e il cielo azzurro e i rami sottili e i boccioli rosa e un fiore bianco ogni volta mi sorprendono.
e ne sono grata.