giovedì 15 settembre 2011

incipit

le porte dell’ascensore si chiudono.
quando mi ha fissato il colloquio non gli ho mica specificato che soffro di claustrofobia. pensavo, arrivo, salgo le scale, suono, la segretaria mi introduce nel suo ufficio. non pensavo, lo incrocio fuori dal palazzo, ci presentiamo, entriamo insieme, chiama l’ascensore, mi tocca entrarci, è pure l’ascensore più lento del pianeta.
sono chiuse. sono chiusa. e pretende anche di parlarmi.
metà del mio cervello sta esclamando, ehi, è lui, è il genio, stai a mezzo metro dal genio, stai parlando col genio, se allunghi un dito puoi toccarlo (tieni le mani a posto).
l’altra metà del mio cervello sta mugolando, sono chiusa in un ascensore.
un neurone frenetico e disperato sta cercando di rispondere alle sue domande.
la proiezione di me stessa, quella che è stabilmente posizionata da qualche parte in alto a destra rispetto a me e mi osserva e mi giudica, è appoggiata alla parete dell’ascensore, rilassata, a braccia conserte, e sta commentando, gli hai appena risposto citando una frase di una canzone degli afterhours, vedi un po’ te.
è iniziata così. anche se no: è iniziato tutto nove anni fa. 

domenica 11 settembre 2011

fragoline, ultima frontiera

la pianta di fragoline è imperialista. si è lanciata alla conquista del terrazzo. produce degli inquietanti tentacoli rossi che puntano dritti verso qualsiasi cosa contenga un po’ di terra, mettono radici, fanno un’altra pianta e poi proseguono alla scoperta dell’universo, per arrivare là, dove nessuna pianta di fragoline era mai giunta prima. ora un tentacolo si sta dirigendo verso il geranio, gerundio presente, che è ovviamente terrorizzato. domani comprerò un po’ di vasi e li sistemerò intorno a quello di frau fragola; è giunto il momento di applicare delle tattiche di blocco, o, visto che kennedy va sempre di moda, di quarantena. 
nel frattempo l’aloe e l’alberello socievole hanno deciso per il coming out e vivono abbracciati; una scena che presumo mai e poi mai verrebbe trasmessa da certe reti televisive molto avanti. così avanti che stanno facendo il giro completo e stanno tornando al punto di partenza. 
le altre piante invitano gli amici, per cui ormai sulla ringhiera mi ritrovo i rampicanti di quelli del piano di sotto, di quelli accanto, di chiunque. ogni tanto guardo il terrazzo e mi vengono in mente i documentari su come sarebbe il pianeta se questa inutile specie di parassiti che lo abita finalmente si estinguesse. poi mi viene un dubbio. poi penso ad altro.