martedì 20 aprile 2010

nubi di ieri sul nostro domani odierno

stamattina verso le sette, due trenini del far-west che non si incontravano da un po’ di tempo si sono visti da lontano e sono corsi ad abbracciarsi. stamattina verso le nove, una donna che già di suo non è che sia proprio entusiasta all’idea di andare a lavoro (non è proprio entusiasta in generale della parola “lavoro”) ha scoperto che questa faccenda che non hanno ancora inventato il teletrasporto è davvero parecchio scomoda, e sarebbe ora che qualcuno (che so, un qualche vulcaniano) intervenisse.
mentre meditava su frasi minacciose come blocco della circolazione su tutta la linea, carrozze deragliate, servizio bus sostitutivo, mbe’ signori’ da qualche parte ‘sta navetta avrà da passa’, la donna non proprio entusiasta osservava il cielo sopra il quartiere-paese. la donna non proprio entusiasta è da ieri che scruta il cielo, per avvistare la minacciosa nube che ha bloccato turisti, politici, piloti di formula uno, mozzarelle da esportazione. la donna non proprio entusiasta, ieri pomeriggio, mentre circolava in centro col naso all’insù valutando certe nuvole dal colore stranissimo, blu-grigio su sfondo di nuvole bianche su sfondo di cielo azzurro, ha anche preso in pieno un camion; che per fortuna era fermo e parcheggiato, ma si è fatta maluccio lo stesso. anche perché era reduce dall’aver centrato già un paio di pali. la donna non proprio entusiasta non lo dice espressamente, ma sente, dentro di sé, una certa qual inspiegabile simpatia nei confronti della minacciosa nube no-global.
la donna non proprio entusiasta, bloccata a terra con qualche centinaio di pendolari dall’abbraccio di due trenini del far-west che coprono un tragitto di una manciata di chilometri, esattamente come sono bloccati a terra migliaia di esseri umani che dovrebbero spostarsi su mezzi ipertecnologici e attraversare interi continenti, si è sentita improvvisamente e illogicamente entusiasta, e se ne è andata a lavoro sorridendo. ci ha messo due ore.