giovedì 1 novembre 2012

senza parole

non la capisco questa cosa, che le persone vengono a raccontare tutto a me. amici ed estranei, più che altro conoscenti, ma neanche. mi vedono una volta e decidono che devono dirmi tutto.
gli estranei. lavoravo in un posto, qualche anno fa, nel giro di un mese ero venuta a conoscenza di più fatti privati di ogni collega, di un mio amico che ci stava da vent’anni. i nuovi vicini, tempo di dirci buongiorno e buonasera un paio di volte sulle scale e la volta dopo la signora mi stava elencando ogni genere di sfiga possibile, e alla fine ha anche pianto.
dico, ci avessi l’aspetto e l’atteggiamento di una che è interessata. di una che vuole socializzare. io sono da sempre l’antitesi dell’affratellamento. io sono gentile ma distante. saluto tutti, sorrido a tutti, guardo tutti con la stessa espressione: voi fatevi i cazzi vostri che io mi faccio i miei.
i conoscenti. credo di essere l’unica persona nell’universo che abbia visto piangere almeno tre personcine note per essere più dure del granito.
gli amici. neanche a parlarne. c’è gente che viene a dire me cose che poi specifica, non l’ho detto nemmeno alla mia compagna / al mio compagno.
glielo vado a chiedere? mai. io non chiedo mai niente, nemmeno quando sarebbe cortesia.
sono il tipo che racconta a sua volta? ma non scherziamo. nemmeno ai migliori amici.
e allora, ma perché? voglio dire, sul serio, è una mattina di festa, ognuno sta a casa sua a farsi gli affari suoi, a combattere coi problemi suoi, che per inciso, non è che siccome non ve li dico non ce li ho, ce ne ho così tanti che nemmeno immaginate, e voi dovete telefonare a me per dirmi che state per morire, prima ancora di dirlo a vostro marito, prima ancora di dirlo ai vostri parenti?
ma io non sono capace. di rispondere. a una persona che sta per morire. posso solo ascoltare. ma dire, io non sono capace.
e quindi forse è questo che cercate. qualcuno che, finalmente, stia zitto e lasci parlare voi.
non avete nemmeno tutti i torti, in effetti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, non sto per morire. per lo meno credo. ma forse dipende dalla concezione che uno ha di "sto per". fra un paio d'ore? una settimana? tre mesi e mezzo? 12 anni? entro il 2089? entro il 2089 immagino di rientrarci anch'io. ma in effetti non saprei. mica sono il mago otelma. o il mago oluise.
e niente, volevo solo salutarti
tibbacio

e.

(s.) ha detto...

il mago oluise.
non ci posso credere.
tibbbbacio.
(il mago oluise. non ci posso credere).

Bandini ha detto...

Sì, penso proprio che ti sei risposta da sola.

(s.) ha detto...

ogni tanto ascolto in silenzio anche me stessa, senza sapere che dirmi.