domenica 23 giugno 2013

mark the music

sai, madame, quelle persone che non riesci ad associare loro nessuna musica, e ti chiedi com'è, niente, non ti fanno risuonare nemmeno mezza nota, di nessun genere, dal clavicembalo ben temperato a plastic people, dalla marcia trionfale dell'aida a the great gig in the sky, che ti chiedi se ti si sono rotti gli amplificatori, gli auricolari, la puntina, il laser, le testine, che non senti nulla. e poi ci parli e scopri che non ascoltano musica. mai. niente. di nessun tipo. nemmeno musica che direbbe qualcuno non è musica è rumore, nemmeno roba che diresti tu poi se investono su cose così le case discografiche non si lamentassero della crisi e tutto quanto. niente. nessuna. musica.
la gente che niente musica, la gente che niente lettore mp3 lì accanto la mattina, e gli scatoloni con le cassette, e prendersi una pausa e andare a fumare e ascoltare di là, e se mi sento così l'unica cosa che mi aiuta o mi accompagna o mi capisce o, ma anche chiedere alla tabaccaia che stazione è, la musica che ballicchi al bancomat consapevole della telecamera che ti registra ma non puoi farci niente, restare nella corsia del supermercato un minuto di più anche se non ti servono gli omogeneizzati non hai figli ma l'altoparlante è lì e quella ti è sempre piaciuta e la vuoi sentire fino alla fine sì scusi signora mi sposto, insomma, niente. niente tutto il giorno. niente tutti i giorni. toglie il respiro, solo l'idea. è soffocante. pensi a una vita così e ti senti la cassa toracica schiacciata. 
facci caso, madame, che queste persone che non ti fanno venire in mente nessuna musica, è che proprio non ce l'hanno, nessuna musica. facci caso, madame, che queste persone qui, poi, se vai a vedere, domani sarà oggi sarà ieri, nessuna disperazione, al massimo un'astenia sottile e atona, nessuna felicità che esplode, al massimo una soddisfazione cattiva, nessuna ironia, nessuna comprensione, nessuna gentilezza, e se non soffocano è perché non possono. perché già di loro non respirano.
facci caso, che non sono nemmeno cattivi. sono, al più, meschini. sono quelli che rubano i sogni ma poco e male perché non sanno che farsene, quelli che sporcano le idee, quelli che infieriscono sulle persone a terra perché già da seduti per loro si è troppo alti, quelli che non sorridono se solo e soltanto per forma devono ringraziare o chiedere per favore, quelli che non ascoltano, perché non è solo la musica, non ascoltano proprio niente.
The man that hath no music in himself,
Nor is not moved with concord of sweet sounds,
Is fit for treasons, stratagems, and spoils.
The motions of his spirit are dull as night,
And his affections dark as Erebus.
Let no such man be trusted. Mark the music.
(William Shakespeare, The Merchant of Venice)

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