giovedì 20 giugno 2013

fote, dide

la donna che cammina su e giù lungo il marciapiede, il cellulare contro l'orecchio, una borsa bianca nell'altra mano, l'espressione tesa, quasi disgustata. le passi accanto e la senti dire, voi siete usurai legalizzati; avete condiviso lo stesso metro di asfalto nell'unico momento in cui avevi la possibilità di capire con chi stesse parlando. prosegui, ti chiedi cos'è, il mutuo della casa, un negozio, se ha qualcuno che l'aiuterà, se sta esagerando, se è disperata, se comunque vada ricomincerà da capo, se cederà e andrà ad allungare la lista dei partecipanti al rave per disperati che si tiene sui binari della metro b.
due ragazzine su un muretto, una piange, ho sbagliato tutto, mi daranno sessanta; ti ricordi che oggi c'era la seconda prova della maturità. ai tuoi tempi sessanta era il voto massimo, tu sei uscita con quarantanove, caso unico in tutta la scuola; a riconoscerti che avevi fatto un buon esame, a ricordarti che è stata quasi l'unica cosa buona che tu abbia fatto in cinque anni. è un mondo altro che ha regole che è inutile sminuire e leggi che è sciocco sottovalutare, non c'è rispetto nel dirle non piangere, è una parentesi che sta per chiudersi per sempre, non te ne importerà più; adesso la parentesi per lei è ancora aperta, ci sta dentro, sei tu che sei fuori, l'errore di punteggiatura è tuo, l'errore di punteggiatura sei tu.
l'anoressica bionda che incontri da anni, ancora viva anche se ormai non peserà più di trentacinque, quaranta chili, venti meno di te, ed è alta come te, e tu già sei sottopeso. i cerotti sulle braccia e sulle gambe, scoperte con ostentazione, quelle ossa a sfidarti, questa implacabile battaglia che la consuma e non la spegne, l'occhiata d'odio che ti riserva ogni volta, il velo indifferente che le restituisci tu.
e poi basta, il viale all'una e trenta è deserto, asfalto che ondeggia e giusto un uccello, a sinistra c'è il nulla dei prati, a destra il silenzio, va bene così, se l'umanità deve essere sempre così dolente è meglio non incontrarla, ripensi ai sorrisi cortesi che concedi a tutti, allo sguardo freddo che nascondi dietro gli occhiali scuri, il freddo è meglio di questo dolore che brucia.

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