venerdì 9 agosto 2013

we will we will rock you - 4

nel 1993, occupata com'era ad avere diciassette anni e a sottovalutare per la prima volta le conseguenze dell'amore, non trovò moltissimo tempo da dedicare all'uscita di edmcehmp. anni dopo scoprì che non era stata l'unica, quindi, o il 1993 fu un anno complicato per tutti, o quell'album ebbe qualche problema di promozione. per dire, lei il 1993 l'aveva iniziato organizzando una festa di capodanno a casa sua, durante la quale la sua migliore amica, quella che aveva tutto patè d'animo, si era messa col tipo che piaceva a lei. che, più che uscire dal suo corpo e avere molta paura, avrebbe volentieri messo molta paura a loro. in effetti poi lo fece, ma questo non migliorò la situazione; fu lì che imparò che le cose, una volta che sono successe, pazienza, e che invece che uscire dal proprio corpo si fa prima a uscire dalle vite altrui, senza avere paura e senza stare a darci troppo peso. quell'estate la passò a malta, a far finta di studiare inglese, ubriacarsi tutte le sere e chiedere a ripetizione a uno stressatissimo dj di st. julian di mettere su with or without you degli u2. fosse tornata in romagna ad ascoltare coi suoi amici nordici gli eelst, magari l'avrebbe presa meglio. sicuramente l'avrebbe presa meglio il dj di st. julian.
poi le successe di compiere diciotto anni e diventare maggiorenne, il che in genere comporta studiare per la patente, e studiare per l'esame di maturità. fu esattamente quello che non stava facendo, nel marzo del 1994, quando una trasmissione televisiva influì in maniera definitiva sul suo eelst preferito. fino a quel momento si era mantenuta equidistante; ma un pomeriggio in cui in teoria si sarebbe dovuta ripassare la segnaletica verticale e una tragedia di euripide, e in pratica come al solito stava piazzata davanti a videomusic, il gruppo di telekommando bussò alla porta di una casa di milano. per inciso, sul campanello al posto del nome del tastiere c'era la scritta, "benedetta è la mano che dà il pane agli orfanelli". sempre per inciso, a oggi della segnaletica verticale lei riconosce più o meno il divieto di sosta e lo stop, e della tragedia di euripide che portò all'esame non si ricorda nemmeno il titolo. le diedero sia la patente sia la maturità, il che dà un'idea di che razza di diplomati guidino in questo paese. negli anni le rimase, di quella settimana passata a non studiare, l'abitudine, ogni volta che qualcuno la indicava come "la mente" di qualcosa, di definirsi "il lamento" di qualcosa; l'emozione di aver sentito i messaggi originali in segreteria telefonica di nasty sciura; la netta predilezione per il pianolista.
all'esame di maturità portò greco come prima materia e storia come seconda. fece un gran bell'esame, che le valse 49/60 (unico 49 in tutta la scuola, e unico 49 di cui abbia mai sentito, in qualsiasi scuola), a significarle che aver fatto un gran bell'esame non la riscattava da cinque anni passati ad ascoltare musica e guardare pianolisti in tv. poi ci furono i mondiali di calcio americani, in cui lei ripose sicuramente più interesse del marito di lorena bobbit. poi andò a parigi per un mese. poi tornò, e iniziò a lavorare. poi si iscrisse all'università. e andando a lezione la mattina, e a lavoro il pomeriggio, fu sfiorata per la prima volta dal vago sospetto che quella faccenda della maturità, in effetti, stava iniziando solo adesso, e non sarebbe stata facile quanto una dimenticata tragedia di euripide.

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