mercoledì 13 maggio 2015

città dolente - so long

mentre aspetti su una panchina che ti vengano a prendere per portarti via, con il tuo borsone pesantissimo e il carico dei giorni di ricovero che pesa così troppo di più, ti passa davanti il medico che d'ora in poi ti seguirà per sempre. finché morte, o pensione, non vi separi. ti sorride, dice, l'hanno rilasciata. rispondi ridendo, sì, per buona condotta.
questo te lo puoi concedere. sei stata infilata due volte dentro un tubo stretto e rumorosissimo. ti hanno dato scariche elettriche alle gambe e alle braccia, e il giorno dopo ti hanno ridato scariche elettriche più forti. ti hanno impiastricciato i capelli con la colla che bloccava i sensori. ti hanno costretta a fissare quadrati e quadratini. ti hanno tolto il sangue tutti i giorni, anche due volte al giorno. ti hanno infilato dei tubicini nelle braccia, un tubo nella gola per prelevarti un pezzo di stomaco, un ago nella colonna vertebrale per tirarti fuori tre campioni di liquido. ti hanno svegliata alle sei di mattina e ti hanno fatto cenare alle sei di pomeriggio. ti hanno presa a martellate e punta e rivoltata e studiata e analizzata e indagata. ti hanno fatto regredire all'infanzia, loro adulti onniscienti a decidere il bene e il male e tu piccola costretta a stare in pigiama e vestaglia e seguire i loro ritmi e prendere le loro medicine e adeguarti alle loro regole. non hai mai protestato. hai pianto solo due volte, una notte perché stavi male e poi quando ti hanno fatto il prelievo con la puntura lombare, in silenzio, solo per paura.
hai riso tantissimo. ti sei divertita come la bambina che ti hanno fatto ridiventare, quando ti spostavano da un reparto all'altro in carrozzina. eri raggiante quando l'infermiere della risonanza magnetica ti ha regalato un camice verde. hai fatto ridere gli infermieri del turno di notte con le tue disavventure con le medicine. hai fatto sorridere la tua prima vicina di stanza, che non poteva parlare né muoversi, quando l'hanno portata via per spostarla in una struttura di riabilitazione. vi siete abbracciate con la tua seconda compagna di stanza, le hai promesso che domani passi a trovarla.
quando la macchina è arrivata hai detto arrivederci e non addio. non tanto, e non solo, perché dovrai tornare, e tornare di nuovo, e tornare ancora. ma perché hai detto addio quando aveva un senso. i said it when it was sad, and lonely, and final.

5 commenti:

Bandini ha detto...

Grazie per aver scritto.

(s.) ha detto...

(credo che scriverò ancora un bel po').

Bandini ha detto...

(vorrei ben vedere) (mi riferivo in particolare all'aver scritto quello che hai scritto) (vabè non so spiegarmi)

(s.) ha detto...

(no, tu ti eri spiegato, anche io intendevo che avrei scritto ancora un bel po' su quello che ho scritto) (non mi so spiegare io).

Bandini ha detto...

(ci verrà una parentesite se continuiamo così però)